TORINO - Se la Juve è rimasta Juve nonostante l'assenza di dieci giocatori (sei dei quali difensori), significa che qualcosa sta cambiando ed è anzi già cambiato. "In passato certe partite le avremmo perse" ha confessato Marchisio, ma in passato la Juve non aveva questa lucidità, questa freddezza, questa capacità di gestire momenti difficili (come l'emergenza di questi giorni) o difficilissimi (lo svantaggio precoce contro il Cesena) e di uscirne con la calma e la pazienza. Questi sono i meriti di Delneri, che però gira i compimenti alla squadra: "Devo fare un plauso ai giocatori. Con questa mentalità si va lontano. Questa vittoria vale quanto quella con il Milan". Secondo l'allenatore, è soprattutto un fatto di umiltà: "Abbiamo affrontato il Cesena con molto rispetto ed è questo che ci ha permesso di batterlo. Se l'avessimo considerato un avversario facile, probabilmente avremmo perso". I bianconeri sono adesso calciatori che si applicano, che si aiutano uno con l'altro, che sprigionano entusiasmo anche quando potrebbero non farlo: gente come Motta o Pepe, che era stata bocciata dall'allenatore, è rientrata e si è subito allineata al livello dei compagni. E persino Grosso e Salihamidzic, emarginati dall'estate, si sono spremuti non per vendicarsi, ma per dare un mano.
Ora si tratta di capire quanto lontano possa, e voglia, andare la Juventus. "La classifica non è chiara, il campionato è duro. Se restiamo attaccati al
carro, tra marzo e maggio possiamo partecipare allo sprint". Sull'orizzonte i bianconeri scrutano allora lo scudetto, e dev'essere per questo che in Europa non hanno la stessa concentrazione, la stessa continuità, la stessa intensità, forse anche la stessa umiltà. "Non ero preoccupato da questa partita", spiega Delneri, "ma ero curioso di vedere come i ragazzi l'avrebbero affrontata. Sono stati perfetti a livello di mentalità". E la mentalità sarà importante fin quando non tornerà la salute. Ieri s'è inguaiato anche Melo, entrato e subito uscito per non aggravare un problema muscolare che la Juve tenta di tenere sotto controllo. Il brasiliano non ci sarà a Brescia (potrebbe esserci sabato per la Roma), dove forse (ma le percentuali restano sotto al 50 per cento) tornerà Chiellini. Di sicuro ci sarà Amauri, mentre Iaquinta e Lanzafame potranno aumentare la loro autonomia. Delneri, più che altro, teme che la fatica prosciughi giocatori che non possono fermarsi mai e che talora danno segni di cedimento, come Bonucci, Marchisio, Del Piero. Difatti, in molti stanno cominciando a pensare che uscire dall'Europa League potrebbe essere una benedizione.
(08 novembre 2010)